Le doti principali di un buon allenatore? Passione e abilità psicologiche

Ho la brutta abitudine (o bella, a seconda dei punti di vista) di non buttare via nessuna rivista e l’altro giorno, mentre riponevo alcune riviste vecchie di Millionaire, mi è capitata per mano una bellissima intervista di Lucia Ingrosso a Carlo Ancelotti, in cui raccontava come aveva imparato ad allenare.

L’intervista è datata novembre del 2003, ben 5 anni fa e mostra un Ancelotti già capace di capire che lavorare sulla mente umana avrebbe fatto la differenza.

Il Carletto romagnolo racconta di come Arrigo Sacchi sia stato il Suo Maestro, prima come giocatore e poi come secondo, sempre al Milan.

Alla domanda della giornalista che gli chiedeva cosa servisse per emergere, cita in sequenza:

“Basi tecniche, abilità psicologiche, passione e una conoscenza approfondita dell’ambiente. Ma su tutto, la coerenza”.

Nell’intervista, spiega che le rose sono sempre più numerose e composte da 25 –26 giocatori, tutti bravi. A fare la differenza – continua Carlo Ancelottiè sempre più l’aspetto psicologico. Poi racconta di come il Milan (già nel 2003), si avvalga della consulenza di uno psicologo.

Da questa intervista si capisce perché Carlo Ancelotti è diventato quel grande allenatore vincente che tutti conosciamo oggi. Non soltanto ha fatto un gran lavoro su se stesso, con l’aiuto di un personal mental coach della Sua regione, ma anche con i giocatori del Milan, benché fossero già dei campioni, ha saputo lavorare molto sulla loro “mente”, guidandoli e aiutandoli nei momenti di maggiore stress e difficoltà.

Ma il modo di pensare di Carlo Ancelotti non deve sembrare unico. Molti altri grandi allenatori, intervistati dalla stessa Lucia Ingrosso, hanno dichiarato cose simili.

Alla domanda, quali siano le doti principali per essere un buon allenatore, hanno risposto:

Passione, Abilità psicologiche e Coerenza (Carlo Ancelotti);
Passione di stare in campo (Luigi Del Neri);
Tecnica e psicologia (Renzo Ulivieri);
Capacità di essere nella mente dei giocatori (Alberto Cavasin).

Insomma, da questo piccolo spaccato, emerge chiaramente come le doti più importanti di un buon allenatore siano la passione e buone abilità psicologiche.

Aggiungerei la capacità di essere un buon Mentore, una sorta di punto di riferimento e guida. Particolarmente importante per gli allenatori del settore giovanile. A tale proposito, leggi il mio articolo Il Mental Coach sportivo, mentore più che allenatore.

Se sei un allenatore e Vuoi farmi sapere cosa ne pensi, lasciami un Tuo commento.


Giancarlo Fornei
Formatore Motivazionale & Mental Coach Sportivo
“Che aiuta le persone a raggiungere un obiettivo in 5 passi”

ps
Dato che l'articolo parla di allenatori, approfitto per salutare un caro amico, Cristiano Ciardelli, che sta guidando il Pietrasanta Marina verso la vetta della classifica.

Non avevo dubbi sulle capacità di Cristiano, l'ho detto e dimostrato in tempi non sospetti. Auguro a Lui, alla Società e a tutta la squadra, di poter vincere il campionato di Eccellenza e salire in serie D.

Per quanto mi riguarda, l'esperienza al Pietrasanta è stata bellissima e spero che qualche mio consiglio sia stato utile al lavoro di Cristiano.

Il rapporto con la società è ottimo, lo dimostra la mia probabile presenza alla Conferenza di fine anno.

Un abbraccio a tutti

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