Il ruolo del Mental Coach è sempre identico, sia quando allena una squadra e sia quando si occupa di preparare un atleta individuale? A mio modesto avviso, la risposta è NO.
1. Il ruolo del Mental Coach negli sport individuali. Il mental coach deve conoscere a fondo le caratteristiche dell’atleta che allena. Non basta che si limiti a conoscere le caratteristiche positive, deve sapere tutto anche sui lati negativi, che poi saranno proprio quelli su cui dovrà focalizzare l’attenzione maggiore per aiutare lo sportivo a cambiarli.
Un altro aspetto importante è la cura dei dettagli, che deve essere quasi maniacale. Negli sport individuali il coach deve curare con particolare attenzione ogni dettaglio, anche perché se l’atleta sbaglia, nessuno potrà rimediare al suo errore (cosa che invece è più facile nel gioco di squadra).
Deve essere una vera e propria chioccia, che motiva costantemente l’atleta, facendo leva sulle sue motivazioni individuali (e quindi, personalizzate).
Per fare tutto questo, è fondamentale per il mental coach la capacità di entrare in empatia con il singolo atleta. Dovrà guadagnarsi la piena e totale fiducia della persona che allena, perché passerà con Lei, tantissimo tempo e se non c’è feeling tra l’atleta ed il coach… meglio cambiare. Insomma, molto più guida e mentore che vero e proprio allenatore.
2. Il ruolo del Mental Coach negli sport di squadra. In questo caso, forse il compito principale di un mental coach è di lavorare sulla personalità dei singoli atleti, che possono essere spesso profondamente diverse tra loro. Deve riuscire a trattare tutti i componenti della squadra nello stesso modo, senza creare gelosie ed invidie, pur rispettando le insicurezze e potenzialità di ogni atleta.
Deve dare poche regole e farle rispettate da tutti, nessuno escluso (anche lo stesso coach).
Deve motivare il gruppo e far capire ad ogni singolo componente che “INSIEME” si vince. In una squadra, lo spirito collettivo del gruppo è fondamentale per raggiungere buoni risultati. Quindi: allenarsi insieme, fare gruppo, partecipare agli stessi obiettivi, condividere la mission della società, ecc.
Infine, pur mettendolo in fondo, è importantissimo il prossimo concetto. L’allenatore è il “vero leader” della squadra. Quello che io chiamo “l’anima carismatica”. Sin da subito deve essere autorevole e riconosciuto da tutto il gruppo, o comunque, dalla percentuale maggiore.
Insomma, pur avendo in comune molte cose, i metodi di lavoro di un Mental Coach per sport individuali rispetto ad un Mental Coach per sport di squadra, deve essere un po’ diverso. Riassumendo, oserei dire:
- più concentrato sui particolari e sulle esigenze dell’atleta, nello sport individuale;
- più capace di far “gruppo” e di essere un leader riconosciuto, nello sport di squadra.
Se fai l’allenatore o il mental coach, fammi conoscere il Tuo pensiero, lasciami un commento a questo post.
Giancarlo Fornei
Formatore Motivazionale & Mental Coach Sportivo
Autore del programma di coaching mentale che ho creato per aiutare gli sportivi a raggiungere gli obiettivi, chiamato: “Mental Coaching per Obiettivi in 5 Passi”.
Commenti
A volte, anche non giustamente siamo costretti a far pagare uno solo, quando magari non è l'unico che dovrebbe pagare.
Quindi bisogna prima conoscere profondamente i ragazzi perchè quello che puoi fare ad uno non o puoi fare ad un altro visto che ognuno a personalità diverse.
la complessità di tutte queste dinamiche a volte mi porta a mettermi in discussioni senza riuscire a darmi delle risposte.